
Sono state presentate oggi nel corso del Congresso 2021 dell’European Society of Cardiology le nuove linee guida ESC sul pacing e la terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) (1), che vanno ad aggiornare la precedente versione risalente al 2013.
Il documento riporta i cambiamenti nelle indicazioni e nelle tipologie di pacing avvenute nel corso di questi 8 anni. Tra questi, ad esempio, sono segnalati i nuovi approcci relativi al pacing in situazioni di svenimento associate a riflessi cerebrali anomali (sincope neuro-mediata). Sono poi state modificate diverse indicazioni all’impiego della CRT nei pazienti con scompenso cardiaco, in accordo con le nuove linee guida dedicata sul tema. Ma ne documento è possibile trovare anche intere nuove sezioni, come quelle dedicate al pacing dopo TAVI, dopo interventi cardiochirurgici e alle differenze di genere.
“Nelle prime fasi il pacing aveva un tasso fisso – ha commentato Michael Glikson dell’Hebrew University of Jerusalem, a capo della task force che ha redatto il documento – mentre oggi è più sofisticato e in grado di simulare la normale attività elettrica del cuore, il cosiddetto ‘pacing fisiologico’. Le linee guida introducono nuovi approcci al pacing del sistema di conduzione per ottenere una stimolazione più fisiologica: il pacing del fascio di His e della branca sinistra”.
Per quanto riguarda il decision-making relativo all’impianto o meno di un device, le nuova linee guida sul pacing e la terapia di resincronizzazione cardiaca introducono per la prima volta un intero capitolo dedicato con strumenti diagnostici e test da effettuare in situazioni specifiche. Sono poi riportate numerose raccomandazioni di natura pratica finalizzate a ridurre le complicanze, come la somministrazione pre-operatoria di antibiotici per ridurre il rischio di infezione device-correlata e l’utilizzo di un alcol alla clorexidina per disinfettare il sito di incisione. Inoltre, al fine di ridurre il rischio di infezioni del dispositivo nel documento si raccomanda di non impiantare il pacemaker se il paziente è in stato febbrile e di rimandare l’impianto fino a quanto la febbre non è assente da più di 24 ore.
Le linee guida sul pacing e la terapia di resincronizzazione cardiaca riportano poi una serie di indicazioni relative a situazioni specifiche, come nei casi in cui è il paziente deve essere sottoposto a un esame di risonanza magnetica cardiaca o a radioterapia. Rispetto alla precedente versione delle linee guida, infatti, al giorno d’oggi questo tipo di esami e trattamenti risulta fattibile in una porzione molto più elevata di portatori di pacemaker.
Infine, per quanto riguarda il follow-up dei pazienti sottoposti a impianto di device le linee guida raccomandano un controllo da remoto per i pazienti che presentano difficoltà a recarsi alle visite di controllo e nei casi in cui un componente del dispositivo è a rischio di problemi tecnici.
“Le linee guida enfatizzano l’importanza di un approccio centrato sul paziente e del decision-making condiviso, sia in fase pre-operatoria che durante il follow up”, ha commentato Jens Cosedis Nielsen dell’Aarhus University, anch’egli a capo della task force che ha redatto il documento. “Le decisioni relative alla tipologia di pacemaker più adeguata dovrebbero basarsi sulle migliori evidenze scientifiche disponibili, su valutazioni di rischio-beneficio e sulle preferenze dei pazienti”.
Fabio Ambrosino
Bibliografia
1. Glikson M, Cosedis Nielsen J, Brix Kronborg M, et al. 2021 ESC Guidelines on cardiac pacing and cardiac resynchronization therapy: Developed by the Task Force on cardiac pacing and cardiac resynchronization therapy of the European Society of Cardiology (ESC) With the special contribution of the European Heart Rhythm Association (EHRA). Eur Heart J 2021; https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehab364