
Rispetto a una terapia convenzionale di background personalizzata, sacubitril/valsartan riduce i livelli di NT-proBNP nei pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione preservata (HFpEF), ma senza migliorare la capacità funzionale. Sono stati presentati al meeting virtuale dell’European Society of Cardiology i risultati dello studio PARALLAX.
Il trial ha valutato gli effetti di sacubitril valsartan, rispetto a una terapia convenzionale di background personalizzata, costituita dall’ACE inibitore enalapril o l’ARB valsartan, o a un placebo. Gli endpoint co-primari, scelti per stabilire l’efficacia del trattamento in termini di gravità dello scompenso cardiaco e capacità funzionale, erano i seguenti: 1) cambiamenti dalla baseline a 12 settimane dei livelli di NT-proBNP; 2) variazioni dalla baseline a 24 settimane della distanza percorsa a piedi in sei minuti. Sono stati inclusi nello studio 2.572 pazienti con HFpEF, i quali sono stati randomizzati per ricevere sacubitril/valsartan o continuare la loro terapia personalizzata (enalapril o valsartan o placebo nel caso i paiwnti non fossero in trattamento con un inibitore del RAS). L’età media dei soggetti era di 73 anni e il 51% di loro erano donne. La frazione di eiezione del ventricolo sinistro media era del 56%.
Il trial ha raggiunto l’endpoint primario relativo alla graità dello scompenso cardiaco, con sacubitril/valsrtan che è risultato associato a una riduzione del 16,4% dei livelli di NT-proBNP rispetto alla terapia medica convenzionale a 12 mesi (p<0.0001). Al contrario, lo studio non ha raggiunto l’endpoint primario relativo alla capacità funzionale: alla 24esima settimana la distanza percosa a piedi in sei minuti era aumentata in entrambi i gruppi, senza differenze significative (p=0,79). Non sono emerse differenze neanche in merito ai due endpoint secondari, costituiti dalle variazioni dalla baseline alla 24esima settimana in termini di qualità della vita (misurata tramite Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire) e classe NYHA, e in merito agli eventi avversi gravi.
Fabio Ambrosino