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Fibrillazione atriale: informare i pazienti migliora l’aderenza?

A cura di Rebecca De Fiore By 2 Settembre 2020Febbraio 22nd, 2022No Comments
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Fibrillazione atriale

Lo studio IMPACT-AFib – presentato al congresso virtuale dell’European Society of Cardiology – ha mostrato come inviare mail informative a pazienti che soffrono di fibrillazione atriale e ai loro medici non aiuta ad aumentare l’utilizzo di anticoagulanti orali, utili nella prevenzione dell’ictus. I pazienti con fibrillazione atriale, infatti, sono soggetti a maggior rischio di ictus e, nonostante questi farmaci potrebbero aiutare a prevenirlo, sono sottoutilizzati in questa tipologia di pazienti.

Lo studio ha arruolato pazienti con fibrillazione atriale di età pari o superiore a 30 anni, a cui non era stato prescritto un farmaco anticoagulante nei 12 mesi precedenti e che non erano stati ricoverati in ospedale per sanguinamento nei sei mesi precedenti. I pazienti sono stati assegnati in modo casuale all’intervento informativo tramite mail o alla cura abituale (gruppo di controllo). Nel gruppo di intervento, i pazienti e i loro operatori sanitari hanno ricevuto una mail all’inizio della sperimentazione. Nell’analisi sono stati inclusi un totale di 47.333 pazienti con un’età media di 78 anni. A un anno, hanno iniziato la terapia anticoagulante orale nel corso dello studio 2.328 pazienti (il 9,89%) nel gruppo di intervento e in 2.330 pazienti (il 9,80%) nel gruppo di controllo. Non sono state registrate, dunque, differenze sostanziali.

Sean Pokorney, della Duke University e autore dello studio, ha dichiarato: “Non vi è alcuna differenza statisticamente significativa con un unico intervento educativo. Più pazienti hanno iniziato ad assumere gli anticoagulanti orali subito dopo l’invio della mail, sollevando la questione se più invii o ulteriori contatti con le persone avrebbero potuto essere utili”.

Rebecca De Fiore