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EMPEROR-Reduced: empagliflozin efficace nell’HFrEF

By 29 Agosto 2020Settembre 15th, 2021No Comments
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EMPEROR-Reduced

Un trattamento con empagliflozin permette di ridurre il rischio di morte cardiovascolare  o ospedalizzazioni in pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta. Sono stati presentati al meeting virtuale dell’European Society of Cardiology e pubblicati sul New England Journal of Medicine (1) i risultati del trial EMPEROR-Reduced, i quali portano ulteriori evidenze a supporto dell’impiego degli inibitori di SGLT2 nei pazienti con scompenso cardiaco.

Lo studio EMPEROR-Reduced aveva l’obiettivo di valutare l’efficacia di empagliflozin (10mg die), rispetto a un placebo, nel trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta, con o senza diabete e già in trattamento. Sono stati presi in considerazione 3.730 pazienti. L’endpoint primario era costituito da una misura composita di morte cardiovascolare o ospedalizzazioni per scompenso cardiaco, mentre gli endpoint secondari erano costituiti da outcome renali avversi (dialisi cronica o trapianto di rene o riduzione sostenuta del filtrato glomerulare). A un follow up medio di 16 mesi i risultati hanno messo in evidenza una riduzione significativa dell’endpoint primario nei pazienti del gruppo in trattamento con empagliflozin rispetto a quelli che avevano ricevuto un placebo (HR 0,75; p<0,0001). Inoltre, il trattamento con empagliflozin è risultato associato a una riduzione significativa delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco (HR 0,70; p<0,001).

Per quanto riguarda la sicurezza, sono stati registrati meno eventi renali avversi nei pazienti in trattamento con empagliflozin rispetto a quelli sottoposti a placebo (HR 0.50; p<0.01). Non sono emerse differenze per quanto riguarda gli altri outcome considerati, a eccezione delle infezioni del tratto genitourinario senza complicazioni, risultate più frequenti nel gruppo empagliflozin (1,3% vs 0,4%). “Empagliflozin ha permesso di ridurre il rischio di eventi gravi di scompenso cardiaco del 30% e ha diminuito il rischio di gravi eventi avversi renali del 50%”, ha commentato Milton Packer del Baylor University Medical Centre, Dallas, responsabile dello studio. “Questo studio estende i vantaggi degli inibitori SGLT2 ai pazienti ad alto rischio e per la prima volta mostra un beneficio significativo sugli esiti renali nei pazienti con scompenso cardiaco”.

Fabio Ambrosino

1. Packer M, Anker SD, Butler J, et al. Cardiovascular and Renal Outcomes with Empagliflozin in Heart Failure. New England Journal of Medicine 2020; DOI: 10.1056/NEJMoa2022190