
Un trattamento con dapagliflozin riduce il rischio di insufficienza renale, morte per cause cardiovascolari o ospedalizzazioni per scompenso cardiaco e mortalità per tutte le cause nei pazienti con malattia renale cronica, con o senza diabete. Sono stati presentati oggi al meeting virtuale dell’European Society of Cardiology i risultati del trial DAPA-CKD.
Sono stati reclutati 4.304 pazienti provenienti da 386 centri distribuiti in 21 Paesi, tutti con filtrato glomerulare compreso tra 25 e 75 mL/min/1.73m2, con un rapporto albumina urinaria/creatinina compreso tra 200 e 5.000 mg/g e in trattamento con la massima dose tollerata di ACE inibitori o ARB per almeno 4 settimane. L’età media dei partecipanti era 61,8 anni e il 66,9% dei pazienti era maschio. I soggetti, di cui 2.906 (67,5%) erano affetti da diabete di tipo 2, sono stati randomizzati per ricevere dapagliflozin 10 mg o un placebo in aggiunta alla terapia standard (ACE inibitore o ARB). L’endpoint primario era costituito da una misura composita di peggioramento della funzione renale (riduzione superiore al 50% del filtrato glomerulare o esordio di una patologia renale in fase terminale) o morte per patologie renali o cardiovascolari. Gli endpoint secondari erano invece costituiti da 1) una misura composita di peggioramento della funzione renale o morte per insufficienza renale; 2) una misura composita di ospedalizzazioni per scompenso cardiaco o morte cardiovascolare; 3) mortalità per tutte le cause.
A un follow up medio di 2,4 anni, l’endpoint primario si è verificato in 197 pazienti del gruppo dapagliflozin e in 312 pazienti del gruppo di controllo (HR 0,61; p=0.000000028). Il beneficio associato al trattamento con dapagliflozin è stato riscontrato a prescindere dalla presenza o meno di diabete di tipo 2. Inoltre, il trattamento sperimentale ha ridotto la probabilitò di andare incontro a tutti e tre gli endpoint secondari, con un profilo di sicurezza in linea con le sue caratteristiche: le percentuali di pazienti che hanno dovuto interrompere il trattamento per un evento avverso o hanno esperito un evento avverso grave sono risultate pari a 5,5% e 29,5%, rispettivamente, in linea con i dati del gruppo placebo. “Il trial DAPA-CKD mostra come dapagliflozin riduca il rischio di un peggioramento della funzione renale o di morte per una patologia renale o cardiovascolare nei pazienti con malattia renale cronica, con e senza diabete di tipo 2”, ha commentato il principal investigator Hiddo J.L. Heerspink dell’University Medical Centre di Groningen. “I risultati evidenziano il potenziale di questo farmaco per i pazienti con malattia renale cronica che necessitano di migliori opzioni di trattamento“.
Fabio Ambrosino