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Familiarità per patologie cardiovascolari? Non deve essere una “scusa”

By 2 Settembre 2019Settembre 15th, 2021No Comments
Dai congressi
Familiarità patologie cardiovascolari

I fattori di rischio cardiovascolare hanno un ruolo decisivo nell’insorgenza di patologie cardiovascolari anche negli individui con una familiarità innata. Trascurare gli stili di vita corretti in nome di una presunta “ineluttabilità” è quindi un comportamento gravemente rischioso. Anche e soprattutto per chi ha una familiarità per le patologie cardiovascolari, seguire stili di vita corretti è una priorità essenziale. Lo afferma uno studio presentato al Congresso 2019 dell’European Society of Cardiology (ESC), in corso a Parigi.

I ricercatori portoghesi dell’Hospital Central do Funchal coordinati da João A. Sousa hanno preso in esame 1075 pazienti sotto i cinquanta anni di età registrati nel Genes in Madeira and Coronary Disease (GENEMACOR) database, dei quali 555 con diagnosi di cardiopatia coronarica (CAD) precoce. Il loro profilo genetico rispetto alle patologie cardiovascolari e i loro stili di vita sono stati analizzati e confrontati con quelli di un gruppo di controllo.

Il 73% dei pazienti presentava almeno tre dei classici fattori di rischio cardiovascolare (vita sedentaria, fumo, ipertensione, diabete e ipercolesterolemia) vs il 31% del gruppo di controllo. La probabilità dell’insorgenza di CAD aumenta di 3, 7 e 24 volte in presenza rispettivamente di 1, 2 o più di 3 dei suddetti fattori di rischio. Il sequenziamento del genoma dei pazienti ha rivelato che le 33 varianti genetiche finora identificate che possono contribuire all’insorgere di CAD erano statisticamente più frequenti nel gruppo dei pazienti, ma che il loro impatto negativo era inferiore rispetto a quello dei fattori di rischio modificabili.

“Le caratteristiche genetiche di un paziente sono un fattore molto importante nell’insorgenza di una patologia cardiovascolare precoce, ma non possono e non devono essere utilizzate come una “scusa” per condurre stili di vita errati”, spiega João A. Sousa. “I nostri dati dimostrano che la genetica ha un ruolo nell’insorgenza di CAD, ma nei pazienti con 2 o più fattori di rischio modificabili i geni giocano un ruolo meno decisivo. Nella pratica clinica, spesso sentiamo pazienti con patologie cardiovascolari precoci che cercano consolazione e spiegazioni nella loro storia familiare e quindi nel loro patrimonio genetico. Ma poi scopriamo che quei pazienti spesso sono fumatori, non fanno attività fisica, presentano ipercolesterolemia e ipertensione: e tutto questo può essere cambiato, non c’è nulla di ineluttabile in quei fattori di rischio”.

David Frati