
Qual è il momento più opportuno per sottoporre un paziente con un infarto del miocardio senza sopraslivellamento del tratto ST (NSTEMI) e angina instabile a un’angiografia coronarica? A questa domanda ha risposto un trial randomizzato – il VERDICT – i cui risultati sono stati presentati al Meeting annuale dell’European Society of Cardiology e pubblicati sulla rivista Circulation.
Sono stati reclutati 2.147 pazienti ad alto rischio con NSTEMI e angina stabile, i quali sono stati divisi in due gruppi mediante procedura di randomizzazione: nel primo i soggetti (n = 1.075) sono stati sottoposti a angiografia coronarica ed eventuale trattamento nelle prime 12 ore, mentre nel secondo (n = 1.072) in un arco di tempo compreso tra le 48 e le 72 ore. I partecipanti sono stati seguiti per almeno 18 mesi ed è stato preso in considerazione un endpoint primario composto da mortalità per tutte le cause, infarto miocardico non fatale e ospedalizzazioni per ischemia refrattaria o per scompenso cardiaco.
Dall’analisi dei risultati è emerso che l’80% dei pazienti aveva biomarker elevati, il 60% aveva alterazioni dell’ECG indicativi di una nuova ischemia e circa il 50% era caratterizzato da un punteggio GRACE superiore a 140. Al follow-up medio di 4,3 anni non sono emerse differenze significative tra i due gruppi in termini di efficacia clinica: l’endpoint è stato riscontrato nel 27,5% dei pazienti del gruppo sottoposto a diagnosi/trattamento entro le 12 ore e nel 29,5% di quelli del gruppo sottoposto a diagnosi/trattamento tra le 48 e le 72 ore (p = 0.29). L’approccio precoce è risultato associato a outcome migliori solo nel gruppo dei soggetti con punteggio GRACE superiore a 140 (HR 0,81, I.C. 95% 0,67 – 1,00). Infine, non sono emerse differenze tra i due gruppi in termini di complicazioni, anche se è emerso un tasso di infarti miocardici ricorrenti minore nel gruppo sottoposto a diagnosi/trattamento precoce (HR 0,73, I.C. 95% 0,56 – 0,96, p=0.025).
“Un intervento precoce non porta a outcome migliori rispetto a uno differito ”, ha commentato Thomas Engstrøm del Copenhagen University Hospital, tra gli autori della ricerca. “I risultati suggeriscono che quella di posporre fino a 72 ore la valutazione invasiva e il trattamento è una buona scelta per i pazienti con NSTEMI e angina instabile. In linea con le linee guida ESC, invece, una strategia di intervento precoce potrebbe essere indicata per i pazienti con un punteggio GRACE superiore a 140”.
Fabio Ambrosino
* Kofoed KF, Kelbæk H, Hansen PR, et al. Early Versus Standard Care Invasive Examination and Treatment of Patients with Non-ST-Segment Elevation Acute Coronary Syndrome: The VERDICT (Very EaRly vs Deferred Invasive evaluation using Computerized Tomography) – Randomized Controlled Trial. Circulation 2018; https://doi.org/10.1161/CIRCULATIONAHA.118.037152.