
La procedura di riparazione percutanea del rigurgito mitralico secondario non comporta un reale beneficio clinico nei pazienti con scompenso cardiaco e ridotta frazione d’eiezione. È questa la conclusione a cui è giunto lo studio MITRA-FR, i cui risultati sono stati presentati al Meeting annuale dell’European Society of Cardiology in corso a Monaco di Baviera e pubblicati sul New England Journal of Medicine.
La procedura di riparazione percutanea viene spesso utilizzata nei casi di scompenso cardiaco in cui il ventricolo sinistro si dilata a tal punto da non permettere alla valvola mitralica di chiudersi completamente, determinando un ritorno parziale del sangue nell’atrio sinistro (rigurgito mitralico secondario). I ricercatori hanno quindi indagato gli effetti di questa strategia terapeutica, in termini di mortalità e di ospedalizzazioni, su un campione di 304 pazienti provenienti da 37 ospedali francesi e caratterizzati da una ridotta frazione d’eiezione del ventricolo sinistro (compresa tra il 15% e il 40%), i quali sono stati seguiti per un follow-up di 12 mesi. Di questi, metà è stata sottoposta all’intervento di riparazione percutanea del rigurgito mitralico mentre la restante metà è andata a costituire il gruppo di controllo, trattato mediante terapia medica.
I più del 90% dei soggetti del gruppo sperimentale la procedura è stata eseguita con successo – il rigurgito mitralico è risultato significativamente ridotto – e non si sono manifestati problemi in termini di sicurezza. Tuttavia, non sono emerse differenze tra i due gruppi per quanto riguarda l’endpoint primario dello studio, costituito dal verificarsi di ospedalizzazioni non programmate o dal decesso del soggetto nel corso dei 12 mesi successivi la procedura di randomizzazione (55% vs 52%, p=0,53). “La riduzione del rigurgito mitralico ottenuto attraverso l’intervento non si è tradotto in un beneficio clinico per i pazienti con scompenso cardiaco, quindi non c’è ragione di effettuare la procedura di riparazione percutanea in questi soggetti”, ha commentato Jean-Francois Obadia, ricercatore del Civil Hospices di Lione e principal investigator dello studio. “Altri trial randomizzati sono necessari per valutare se questa strategia possa invece essere utile in particolari sottogruppi di soggetti”.
Fabio Ambrosino
* Obadia JF, Messika-Zeitoun D, Leurent G, et al. Percutaneous Repair or Medical Treatment for Secondary Mitral Regurgitation. New England Journal of Medicine 2018; DOI: 10.1056/NEJMoa1805374