
Sono stati presentati oggi al Meeting annuale dell’European Society of Cardiology, in corso a Monaco di Baviera, i risultati a 10 anni dell’Arterial Revascularization Trial (ART), in cui sono stati messi a confronto i tassi di mortalità associati a due approcci (impiego di 1 vs 2 arterie toraciche interne) utilizzati per l’impianto di un bypass coronarico (CABG).
Tra il 2004 e il 2007, i ricercatori hanno reclutato 3.102 pazienti con malattia coronarica sintomatica sottoposti a bypass coronarico presso 28 centri di 7 Paesi (Regno Unito, Polonia, australia, India, Brasile, Austria e Italia). Questi sono stati divisi in due gruppi, mediante procedura di randomizzazione, per ricevere un bypass coronarico bilaterale o singolo (secondo procedura standard).
L’outcome primario era costituito dalla morte per ogni causa al follow-up a 10 anni, mentre quello secondario da un endpoint composito di morte per ogni causa, infarto del miocardio o ictus. Sono stati registrati 315 (20,4%) decessi nel gruppo sottoposto a bypass coronarico bilaterale e 329 (21,2%) in quello sottoposto a bypass coronarico standard, mentre l’outcome composito si è verificato rispettivamente in 385 (24,9%) e 425 (27,4%) pazienti.
Da un’analisi esplorativa, invece, è emersa una minore mortalità (HR 0,96; I.C. 0,64 – 0,97) e probabilità di andare incontro all’outcome composito (HR 0,90; I.C. 0,69 – 0,93) nei soggetti sottoposti a una qualsiasi bypass coronarico bilaterale (interna toracica o radiale). Tuttavia, anche se potenzialmente rilevanti, questi dati dovranno essere confermati da trial successivi in quanto non emersi da un confronto randomizzato.
“L’ART è uno dei trial più grandi e con il follow-up più lungo tra quelli realizzati nell’ambito della CABG e della chirurgia cardiaca”, ha commentato David Taggart, docente dell’University of Oxford e responsabile della ricerca. “Anche se il trial non ha messo in evidenza una superiorità dell’approccio bilaterale su quello tradizionale, esso suggerisce che questo approccio potrebbe portare a outcome migliori”.
Secondo gli autori, infatti, l’effetto potrebbe non essere emerso in quanto il 14% dei pazienti del gruppo sottoposto a bypass coronarico bilaterale ha infine ricevuto un CABG singolo, mentre il 22% di quelli inclusi nel gruppo bypass coronarico singolo ha ricevuto un bypass coronarico bilaterale. Questo, insieme a un impiego massiccio di terapie farmacologiche (aspririna, statine, beta-bloccanti, ecc.), potrebbe aver contribuito a nascondere le differenze tra i due gruppi.
Fabio Ambrosino
*ART- Randomized comparison of bilateral versus single internal thoracic artery bypass graft surgery: effects on mortality at ten years follow-up in the Arterial Revascularization Trial (ART). Presentato al Congresso annuale dell’European Society of Cardiology (ESC), 26 agosto 2018, Monaco.