
L’utilizzo di aspirina in prevenzione secondaria è ormai pratica acquisita in cardiologia, ma sull’opportunità di utilizzarla in prevenzione primaria non sono ancora disponibili in letteratura dati univoci e chiari. Interlocutori purtroppo anche i dati del trial ARRIVE, presentato a Monaco di Baviera, dove è in corso il congresso annuale dell’European Society of Cardiology (ESC), e pubblicato sul Lancet.
Lo studio ARRIVE è stato disegnato per valutare l’impatto della somministrazione quotidiana di aspirina sull’insorgenza di eventi cardiovascolari e sanguinamenti in una popolazione a rischio moderato (definito come rischio del 20-30% di primo evento cardiovascolare in 10 anni). Un totale di 12.546 pazienti sani provenienti da Gran Bretagna, Polonia, Germania, Italia, Irlanda, Spagna e Stati Uniti sono stati randomizzati a ricevere 100 mg die di aspirina o placebo. Dopo un follow up medio di 60 mesi, nell’analisi intention-to-treat (ITT) l’endpoint primario (la prima insorgenza di morte cardiovascolare, infarto del miocardio, angina instabile, ictus, attacco ischemico transitorio) è stato raggiunto in 269 pazienti (4,29%) del gruppo aspirina vs 281 (4,48%) del gruppo placebo (HR 0,96 95% CI da 0,81 a 1,13 p=0.60).
Nell’analisi per protocollo, invece, l’endpoint primario è occorso in 129 (3,40%) pazienti del gruppo aspirina vs 164 (4,19%) nel gruppo placebo (HR 0,81 95% CI da 0,64 a 1,02 p=0,0756). Il trattamento con aspirina ha ridotto il rischio di IM e di IM non fatale (HR 0,53 95% CI da 0,36 a 0,79 p=0.0014; HR 0,55 95% CI da 0,36 a 0,84 p=0,0056, rispettivamente). La riduzione del rischio relativo di infarto miocardico nel gruppo aspirina è risultato dell’82,1% (54,3% nei sottogruppi di età 50–59 e 59–69 anni).
J. Michael Gaziano del Brigham and Women’s Hospital di Boston spiega: “Il trattamento con aspirina 100 mg non ha ridotto l’insorgenza di eventi cardiovascolari maggiori in questo studio. Ciononostante, si sono registrati un numero minore di eventi cardiovascolari rispetto a quanto atteso, il che definisce la popolazione di questo studio come un gruppo a basso rischio cardiovascolare. Forse per l’azione concomitante di altri farmaci, per esempio anti-ipertensivi e ipolipidemizzanti. La decisione di utilizzare aspirina per la prevenzione delle patologie cardiovascolari dunque rimane una valutazione da fare da clinico e singolo paziente, analizzando rischi e benefici”.
Livia Costa
* Gaziano JM et al for ARRIVE Executive Committee. Use of aspirin to reduce risk of initial vascular events in patients at moderate risk of cardiovascular disease (ARRIVE): a randomised, double-blind, placebo-controlled trial. The Lancet 2018; http://dx.doi.org/10.1016/S0140-6736(18)31924-X