
Le donne caratterizzate da un elevato rischio cardiovascolare hanno una probabilità minore, rispetto ai pazienti di sesso maschile, di ricevere la dose raccomandata di statine in prevenzione secondaria. È questo il dato più rilevante che emerge dallo studio DYSIS (Dyslipidemia International Study), i cui risultati sono stati presentati al Congresso annuale della European Society of Cardiology (ESC), attualmente in corso a Barcellona (1).
46310 i pazienti coinvolti nella ricerca, 18653 dei quali (40,3%) di sesso femminile, provenienti da varie regioni europee e mediorientali, dal Canada, dal Sud Africa e dalla Cina. Per ogni soggetto, i ricercatori hanno preso in considerazione il sesso, il rischio cardiovascolare (calcolato mediante le tabelle ESC SCORE) e il livello di lipidi nel sangue. In particolare, essi hanno analizzato la relazione tra genere e probabilità di raggiungere un valore di colesterolo LDL inferiore ai 70 mg/dl, indicato come parametro di riferimento dalle linee guida dell’ESC e dell’European Atherosclerosis Society (EAS) (2). Tutte le informazioni raccolte provenivano da contesti di real life e riguardavano pazienti non ospedalizzati. Dall’analisi dei dati è emerso che alla fine dello studio solo il 17,5% delle donne coinvolte aveva raggiunto il target, rispetto al 24% degli individui maschi (p < 0.001). Anche correggendo i dati in base alle caratteristiche di baseline dei soggetti coinvolti, il sesso femminile è emerso come fattore predittivo indipendente del non raggiungimento del valore soglia. Un dato che, significativamente, è risultato associato alla tendenza a prescrivere alle donne statine meno potenti e a dosaggi più bassi. “Nella pratica clinica queste vengono trattate meno degli uomini”, ha commentato Anselm Kai Gitt, cardiologo dell’Heart Centre Ludwigshafen e responsabile della ricerca. “Di conseguenza, rispetto ai maschi, le pazienti di sesso femminile hanno una probabilità del 32% inferiore di raggiungere il target indicato dalle linee guida ESC/EAS”.
L’importanza di ridurre i livelli di colesterolo LDL è ormai più che accettata, con studi che dimostrano come una diminuzione di 1 mmol/l (39 mg/dl) si associ un rischio minore del 20% di andare incontro a eventi cardiaci, ostruzioni arteriose e ictus. È quindi fondamentale comprendere quali sono i motivi che spingono i medici a prescrivere meno statine alle pazienti di sesso femminile. “Ulteriori ricerche sono necessarie, – ha concluso Gitt – al fine di evitare l’emergere di patologie cardiovascolari potenzialmente evitabili”.
Fabio Ambrosino
▼ 1. Gitt AK, Lautsch D, Horack M, et al. Undertreatment of female patients in lipid-lowering for secondary prevention in Europe, Canada, South Africa, Middle East and China: results of the Dyslipidemia International Study (DYSIS). Presentato al Congresso annual dell’European Society of Cardiology (ESC), 26 agosto 2017, Barcellona.
2. Catapano AL, et al. 2016 ESC/EAS guidelines for the management of dyslipidaemias. European Heart Journal 2016; 37(39): 2999 – 3058.