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ESC 2017: HF, rischio maggiore per chi consuma troppo sale

By 30 Agosto 2017Settembre 8th, 2021No Comments
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Barcelona 10

È ormai assodato che un consumo eccessivo di sale aumenta il rischio di ipertensione, malattie coronariche e ictus. Non era invece noto, fino a questo momento, in che modo influenzasse la probabilità di sviluppare uno scompenso cardiaco (HF). Ora uno studio finlandese, i cui risultati sono stati presentati al Congresso annuale dell’European Society of Cardiology (ESC), ha fatto luce su questa relazione, mettendo in evidenza come un consumo quotidiano superiore ai 13,7 g si associa a un rischio doppio di andare incontro a scompenso.

I ricercatori del National Institute for Health and Welfare di Helsinki hanno preso in considerazione 4630 soggetti, di età compresa tra i 25 e i 64 anni, selezionati casualmente tra quelli coinvolti negli studi North Karelia Salt Study e National FINRISK Study tra il 1979 e il 2002. Di questi erano disponibili informazioni riguardanti lo stile di vita, il peso, l’altezza, la pressione sanguigna, oltre a un campione di sangue venoso e uno di urina delle 24 ore. Il consumo di sale è stato valutato mediante l’analisi della concentrazione di sodio nelle urine (17.1 mmol di sodio escreto = 1 g di sale ingerito), considerato il gold standard per la misurazione di questo parametro. La coorte di studio è stata seguita per 12 anni attraverso un collegamento telematico con il registro National Health Records e suddivisa in 5 gruppi a seconda del consumo giornaliero di sale (<6,8 g; 6,8 – 8,8 g; 8,8 – 10,9 g; 10,96 – 13,7 g; >13,7 g). Durante il periodo di follow-up 121 soggetti hanno sviluppato uno scompenso cardiaco. Prendendo come riferimento il gruppo caratterizzato da un consumo quotidiano inferiore ai 6,8 g, gli hazard ratio per gli altri gruppi sono risultati rispettivamente pari a 0,83, 1,40, 1,70 e 2,10. Tenendo conto anche della pressione sistolica, del livello di colesterolo nel sangue e dell’indice di massa corporea questi sono invece risultati pari a 1,13, 1,45, 1,56 e 1,75. “Al cuore non piace il sale”, ha commentato Pekka Jousilahti, ricercatore del National Institute for Health and Welfare e prima firma della ricerca. “Un consumo elevato determina un aumento netto del rischio di sviluppare uno scompenso cardiaco, anche tenendo conto della pressione sanguigna”.

In particolare, il rischio di andare incontro a questa patologia risulta doppio per chi assume quantitativi di sodio superiori ai 13,7 g al giorno, rispetto a chi ne fa un uso ridotto (<6,8 g). “Il consumo ideale di sale è probabilmente anche inferiore”, ha specificato Jousilahti. “L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non superare i 5 g giornalieri e indica in 2-3 g il fabbisogno fisiologico quotidiano”. Ulteriori studi, realizzati su popolazioni più ampie, sono ora necessari per stabilire con maggiore dettaglio l’entità della relazione tra consumo di sale e rischio di sviluppare uno scompenso cardiaco.

Fabio Ambrosino

▼ Jousilahti P, Harald K, Jula A, et al. Salt intake and the risk of heart failure. Presentato al Congresso annuale dell’European Society of Cardiology (ESC), 27 agosto 2017, Barcellona