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ESC 2017: alto rischio CV, i pazienti sposati vivono di più

By 29 Agosto 2017Settembre 8th, 2021No Comments
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Vivere più a lungo? “Sì, lo voglio”. Secondo i risultati di uno studio dell’Aston Medical School di Birmingham, presentati al Congresso annuale dell’European Society of Cardiology (ESC), il matrimonio si associa, nei pazienti ad alto rischio cardiovascolare o vittime di un infarto del miocardio, a una maggiore sopravvivenza.

I ricercatori hanno preso in considerazione il database Algorithm for Comorbidities, Associations, Length of Stay and Mortality (ACALM), costituito dai pazienti ricoverati in Inghilterra tra il 2000 e il 2013. In totale è stata analizzata la relazione tra status matrimoniale e salute cardiovascolare relativa a 929552 individui, 25287 dei quali sopravvissuti a un infarto del miocardio, 168431 affetti da ipertensione arteriosa, 53055 da ipercolesterolemia e 68098 da diabete di tipo 2. Questi sono stati suddivisi in quattro gruppi: single, sposati, divorziati o vedovi. Al termine del follow-up è emerso un maggiore tasso di sopravvivenza tra i soggetti coinvolti in una relazione matrimoniale, rispetto a quelli non sposati. In particolare, la probabilità di essere ancora in vita al termine dello studio è risultata aumentata del 14% tra i pazienti vittime di infarto, del 16% tra quelli con ipercolesterolemia, del 14% tra quelli affetti da diabete e del 10% tra gli ipertesi. “Il matrimonio offre un supporto fisico ed emotivo a diversi livelli, – ha commentato Paul Carter, ricercatore della ACALM Study Unit e responsabile della ricerca – dall’incoraggiamento a seguire stili di vita più sani, all’aiuto nell’affrontare la patologia e i trattamenti. I nostri risultati pongono il matrimonio come condizione efficace di controllo dei fattori di rischio cardiovascolare”.

Per quanto questo effetto protettivo fosse già stato descritto in casistiche precedenti, la ricerca della ACALM Study Unit rappresenta uno degli studi più ampi in questo ambito. È inoltre il primo ad aver dimostrato che i benefici associati al matrimonio non riguardano solo le vittime di infarto del miocardio ma anche gli individui caratterizzati da quei fattori di rischio, come l’ipertensione e l’ipercolesterolemia, responsabili dell’80% degli eventi cardiaci. “Gli attacchi di cuore sono eventi devastanti”, ha aggiunto Rahul Potluri, senior author e fondatore della ACALM Study Unit. “È importante che i pazienti ricevano il giusto supporto dal coniuge, dagli amici, dalla famiglia o da chiunque essi decidano di coinvolgere nel loro processo di cura. I medici, a loro volta, dovrebbero adottare un approccio olistico e incoraggiare la partecipazione a gruppi di supporto e corsi di riabilitazione”.

Fabio Ambrosino

▼Carter PR, Uppal H, Chandran S, et al. Marriage is associated with lower mortality rates in patients with acute coronary syndromes and modifiable cardiovascular risk factors. Presentato al Congresso annual dell’European Society of Cardiology (ESC), 28 agosto 2017, Barcellona