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ESC 2016: ottimizzare le strategie terapeutiche anticoagulanti

By 30 Agosto 2016Settembre 15th, 2021No Comments
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Quali soluzioni possono essere adottate nella pratica clinica per ottimizzare le strategie terapeutiche anticoagulanti e così prevenire con maggiore efficacia l’insorgenza di ictus nei pazienti con fibrillazione atriale (AF)? Se lo sono chiesti i partecipanti al Congresso dell’European Society of Cardiology durante un affollato simposio.

A cinque anni dal trial ARISTOTLE (presentato proprio durante il Congresso ESC, nel 2011), che ha comparato il NOAC apixaban con warfarin evidenziando un significativo vantaggio della terapia con apixaban nella prevenzione di ictus o embolismo sistemico, era importante fare il punto per valutare la penetrazione di questi dati così importanti nella pratica clinica quotidiana. “I dati di ARISTOTLE riguardano una grande varietà di pazienti, tutti con diagnosi di AF e almeno un fattore di rischio per ictus, ma assai diversi tra loro: anziani, donne, pazienti con insufficienza renale, pazienti che hanno sofferto di cadute e così via”, avverte Christopher Granger, direttore della Critical Care Unit del Duke University Medical Center. “Solo circa metà di questi pazienti con AF è trattato con anticoagulanti orali, spesso con motivazioni non valide, come la tendenza a cadere. Va sottolineato con forza che i benefici di una corretta terapia anticoagulante sono evidenti anche nei pazienti più anziani e soggetti a cadute o in quelli con comorbilità più numerose. Anzi, i dati su apixaban e sulla netta riduzione di tutti i tipi di sanguinamento rispetto alla terapia con warfarin hanno una importanza speciale proprio per questa popolazione di pazienti fragili”.

Stefan H. Hohnloser della J.W. Goethe University di Frankfurt Am Main durante il simposio si è concentrato su un’altra popolazione a rischio, quella dei pazienti con AF e insufficienza renale: “Si tratta di una percentuale che viaggia tra il 30 e il 40% dei pazienti con diagnosi di AF. Ed è un dato essenziale, perché le patologie renali croniche aumentano il rischio di ictus, sanguinamento e mortalità. I dati di ARISTOTLE ci dicono che con una terapia anticoagulante con apixaban sia il rischio di ictus che di sanguinamenti diminuiscono significativamente rispetto al trattamento con warfarin”.

Uno strumento essenziale per la classificazione e il monitoraggio del rischio di ictus o di sanguinamento nei pazienti con AF è l’ABC (Age, Biomarker, Clinical factor) risk score, che è stato messo a punto partendo proprio dai dati dei pazienti arruolati nel trial ARISTOTLE. Spiega Lars Wallentin dell’Uppsala Clinical Research Center dell’Uppsala University: “Analizzando gli outcome del trial con l’ABC risk score si evidenza chiaramente un vantaggio nella terapia con apixaban vs warfarin”.


David Frati