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ESC 2016: cosa funziona, e cosa meno

By 30 Agosto 2016Settembre 15th, 2021No Comments
Dai congressiNews

È più forte di loro. Roma è la città dei gladiatori, del Papa e della pizza. Anche quando ospita un congresso di rilevanza mondiale, con 34mila cardiologi dai cinque continenti. I blogger ed i commentatori di tutto il mondo, specie anglosassone, inaugurano quasi sempre le loro corrispondenze con un richiamo al Colosseo o a Francesco, peraltro atteso mercoledì al congresso. Quando va bene. Quando va male, a causa dei disservizi logistici specie per raggiungere la Fiera, il tono è questo di John Mandrola: «Rome has many beautiful aspects. Public transportation is not one of them».

Quali novità stanno emergendo, dopo le due prime giornate? L’attenzione è stata certo catturata dalla pubblicazione di alcune nuove linee guida, come quelle sulla fibrillazione atriale, dagli approfondimenti in tema di cardio-oncologia e dai risultati di alcuni studi, alcuni controversi (come lo SPRINT, sull’ipertensione lieve) ed alcuni francamente negativi. Tra questi, il DANish, un trial multicentrico, randomizzato per la valutazione dell’efficacia sulla mortalità del defibrillatore automatico impiantabile in pazienti con scompenso sistolico non ischemico. I risultati, presentati da Lars Køber, non hanno dimostrato una riduzione significativa del tasso di mortalità.

Non sono stati soddisfacenti neppure i risultati del REM-HF, presentati da Martin Cowie (Londra), volti a valutare i vantaggi del controllo in remoto dello scompenso attraverso dispositivi impiantabili e procedure di follow-up formalizzate su 1650 pazienti inglesi rispetto alle terapie standard. Si è avuta invece ulteriore conferma, grazie ad uno studio finlandese, dei vantaggi in termini di riduzione del rischio cardiovascolare di eventi maggiori praticando sia un’attività fisica moderata per almeno quattro ore la settimana (come camminare, fare giardinaggio o andare in bicicletta), sia un’attività motoria più spinta, per almeno tre ore la settimana (sciando, nuotando, facendo ginnastica). Lo studio ha considerato 2456 uomini e donne di età compresa tra i 65 ed i 74 anni, arruolati tra il 1997 ed il 2007 e seguiti fino alla fine del 2013. Un’attività moderata ha consentito una riduzione del rischio d’incorrere in eventi cardiovascolari acuti del 31%, mentre l’attività più spinta lo ha ridotto del 45%.

Luciano De Fiore