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SERVE-HF: la ventilazione servo-adattativa aumenta la mortalità nei pazienti con scompenso cardiaco

By 6 Ottobre 2015Settembre 15th, 2021No Comments
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Tra gli studi più attesi al Congresso ESC 2015, il SERVE-HF ha dimostrato un incremento della mortalità in pazienti con sindrome delle apnee centrali (CSA) e scompenso cardiaco a ridotta frazione di eiezione in trattamento con dispositivi di assistenza ventilatoria in modalità ASV (Adaptive Servo-Ventilation).

I risultati, dunque, sembrano scoraggiare l’impiego di ASV, ma al contempo – dichiara il co-principal investigator Martin Cowie (Imperial College di Londra) – forniscono una guida pratica aggiornata per il trattamento dello scompenso cardiaco cronico. Secondo Cowie, lo studio SERVE-HF riscriverà l’approccio clinico ai disturbi respiratori del sonno nello scompenso cardiaco sistolico, consentendo di salvare la vita a molti pazienti con ridotta frazione di eiezione e CSA.

In questo trial sono stati randomizzati 1325 pazienti con scompenso cardiaco cronico e ridotta frazione di eiezione: un gruppo in trattamento con ASV 5 ore per notte (schema raccomandato), e un gruppo di controllo sottoposto a medicalizzazione basata sulle linee-guida. L’endpoint primario composito includeva morte per tutte le cause, interventi cardiovascolari salva-vita, ospedalizzazione non programmata o insufficienza cardiaca aggravata.
A un follow-up mediano di 31 giorni, il trattamento con dispositivi ASV ha mostrato un effettivo beneficio sulle apnee centrali notturne ma non relativamente all’endpoint primario (54,1% vs il 50,8% del gruppo di controllo, HR 1,13, P=0,10). Invece, la mortalità per tutte le cause e quella cardiovascolare sono risultate più elevate nel gruppo con ASV rispetto al gruppo di controllo (rispettivamente 34,8% vs 29,3%, HR 1,28, P=0,01, e 29,9% vs 24,0%, HR 1,34; P=0,006). Dato quest’ultimo, commenta Martin Cowie, inaspettato e le cui ragioni rimangono incerte, anche se in alcuni pazienti con insufficienza cardiaca potrebbe imputarsi a un meccanismo di compensazione.

Le apnee centrali notturne determinano un rilassamento dei muscoli dell’apparato respiratorio e modulano un’eventuale eccessiva attività del sistema nervoso simpatico, pertanto l’utilizzo di dispositivi ASV, che contrastano questo effetto, potrebbe nuocere ai pazienti con scompenso cardiaco. Questa la conclusione di maggior rilievo di cui i clinici dovranno tener conto nel trattare questo sottogruppo di pazienti con insufficienza cronica.

A cura di
Livia Costa (Redazione)