Skip to main content

PARAMETER: il nuovo farmaco anti-scompenso, LCZ696, si rivela efficace anche contro l’ipertensione

By 6 Ottobre 2015Settembre 15th, 2021No Comments
Dai congressiNews

Il Congresso ESC 2015 ha visto importanti aggiornamenti per la combinazione valsartan/sacubitril (LCZ696) dopo i clamorosi risultati dello studio PARADIGM-HF presentati nel 2014 a Barcellona.

Nello studio PARAMETER il farmaco, approvato di recente negli USA per il trattamento dello scompenso cardiaco, ha dimostrato di ridurre significativamente la pressione sistolica e la pulse pressure (PP) rispetto al trattamento standard con olmesartan (antagonista del recettore per l’angiotensina, ARB) nei pazienti ipertesi.

Il principal investigator, Bryan Williams (University College London), ha focalizzato l’attenzione sugli effetti benefici e nuovi di questa associazione, che possono offrire una protezione più efficace rispetto alle strategie terapeutiche attualmente disponibili contro la patologia cardiaca, lo stroke e lo scompenso cardiaco, nonché ridurre drasticamente la pressione notturna, fattore predittivo di rischio cardiovascolare.

parameter-esc2015

Lo studio ha incluso 454 pazienti anziani (età media: 68 anni) ad elevato rischio d’insufficienza cardiaca a causa di ipertensione sistolica e ampie variazioni di PP, associate a irrigidimento delle arterie dovuto all’età. L’intento era di provare la maggior efficacia della combinazione rispetto al solo ARB. I pazienti sono stati randomizzati a LCZ696 (200 mg) o olmesartan (20 mg) una volta al dì per 4 settimane, con un raddoppiamento forzato della dose per le successive 8 settimane.

Dopo 12 settimane, i pazienti trattati con LCZ696 presentavano una riduzione maggiore rispetto a quelli in trattamento con olmesartan: 3,77 mmHg in meno di pressione arteriosa centrale aortica (CASP, outcome primario) e 2,4 mmHg in meno di pulse pressure centrale aortica (CPP, outcome secondario) rispetto ai valori basali (rispettivamente P=0,01 e P=0,012). Inoltre, il monitoraggio ambulatoriale a 24 ore della pressione arteriosa sistolica (PAS) brachiale e centrale ha restituito valori inferiori rispetto al basale, in entrambi i bracci, con una diminuzione ulteriore di 4,1 mmHg della PAS brachiale e di 3,3 mmHg di quella centrale a favore di LCZ696 (P<0,001 per entrambi). Con risultati ancor più evidenti durante il periodo notturno. Tra le 12 e le 24 settimane, nei casi in cui non è stato raggiunto un adeguato controllo pressorio, ovvero per il 47% dei pazienti trattati con olmesartan contro il 32% del gruppo LCZ696, è stato associato un altro antipertensivo. Infine, analizzando la velocità dell’onda di polso carotide-femorale (misura della rigidità arteriosa), i ricercatori hanno riscontrato valori decisamente migliori in un sottogruppo dei pazienti trattati con LCZ696, con maggior rigidità arteriosa al valore basale. Perfettamente in linea con l’ipotesi iniziale per cui alla maggior efficacia di LCZ696 nel ridurre la pressione aortica corrisponde un miglioramento della rigidità arteriosa nei pazienti anziani.

In conclusione, Williams ribadisce che PARAMETER è il primo studio randomizzato a comprovare una maggior efficacia di LCZ696, rispetto a un ARB, nel ridurre significativamente la pressione arteriosa centrale e la pulse pressure in pazienti anziani ad elevato rischio con ipertensione sistolica e ampie variazioni di PP. Un passo avanti decisamente promettente perché risponde al bisogno insoddisfatto di ridurre il rischio di patologie cardiovascolari e scompenso cardiaco nella popolazione anziana.

A cura di
Livia Costa (Redazione)