
È stato pubblicato sull’ultimo numero del Giornale Italiano di Cardiologia un Position Paper dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO) sulla relazione tra iperuricemia e rischio cardiovascolare [qui il link open access] (1).
Alla luce dei risultati degli studi epidemiologici che hanno indagato tale associazione (2) e all’elevata prevalenza dell’iperuricemia e della gotta nella popolazione adulta (3,4), la società scientifica ha ritenuto necessario fornire un aggiornamento in merito alle evidenze disponibili sul rapporto tra elevate concentrazioni plasmatiche di acido urico e rischio di sviluppare una patologia cardiovascolare.
Il documento ANMCO – oggetto di discussione anche nel corso dell’edizione 2023 del Congresso ANMCO, tenutasi dal 18 al 20 maggio a Rimini – sintetizza inoltre le evidenze riguardanti efficacia e sicurezza degli agenti farmacologici impiegati per il trattamento dell’iperuricemia, fornendo delle indicazioni pratiche per la gestione del rischio cardiovascolare.
I processi fisiopatologici promossi dall’acido urico, quali l’ossidazione e lo stress ossidativo, possono infatti svolgere un ruolo importante nella patogenesi di diverse patologie cardiovascolari (5). Tra queste – come ci ha spiegato Furio Colivicchi, Past-President ANMCO e Direttore dell’UOC di Cardiologia Clinica e Riabilitativa del Presidio Ospedaliero San Filippo Neri di Roma – l’ipertensione arteriosa, la coronaropatia, lo scompenso cardiaco e la fibrillazione atriale.
Date le evidenze a supporto dell’associazione tra iperuricemia e aumentato rischio cardiovascolare (6,7,8), sono stati condotti diversi studi clinici utili a valutare l’impatto dei farmaci che riducono i livelli plasmatici di acido urico sulla probabilità di sviluppare una patologia cardiovascolare.
Lo Statement dell’ANMCO riporta in particolare una sintesi delle evidenze riguardanti due farmaci – allupurinolo e febuxostat – che agiscono inibendo la xantina ossidasi e riducono, di conseguenza, la produzione di acido urico e lo stress ossidativo.
Il documento riporta poi una serie di indicazioni pratiche – di cui ci ha parlato Stefania Angela Di Fusco, cardiologa dell’UOC di Cardiologia Clinica e Riabilitativa del Presidio Ospedaliero San Filippo Neri di Roma e primo autore dello Statement – utili alla gestione del rischio cardiovascolare nei pazienti con iperuricemia.
Ad esempio, viene riportato il valore di 5,6 mg/dl – inferiore a quello indicato dalle linee guida europee per la gestione della gotta, pari a 6 mg/dl (9) – come soglia associata a un aumentato rischio di mortalità cardiovascolare, alla luce dei risultati dello studio osservazionale italiano URRAH (10). In linea con questa indicazione, poi, nello Statement si raccomanda di ricercare l’eventuale presenza di fattori di rischio cardiovascolare e malattie cardiovascolari in tutti i pazienti con iperuricemia e viceversa.
Per quanto riguarda l’approccio terapeutico, infine, sebbene il trattamento farmacologico per l’iperuricemia sia oggi indicato solo in presenza o storia di manifestazioni cliniche associate (es. gotta), il documento ANMCO suggerisce che da un punto di vista gestionale un trattamento con allopurinolo o febuxostat può essere preso in considerazione precocemente anche nei pazienti con fattori di rischio o patologie cardiovascolari.
Bibliografia
1. Di Fusco SA, Castello L, Marino G, et al. Statement ANMCO: acido urico e malattie cardiovascolari: evidenze e approccio terapeutico. G Ita Cardiol 2023; 24: 1 – 7;
2. Culleton B, Larson MG, Kannel WB, et al. Serum uric acid and risk for cardiovascular disease and death: the Framingham Heart Study. Ann Intern Med 1999; 131: 7 – 13;
3. Dalbeth N, Gosling AL, Gaffo A, et al. Gout. Lancet 2021; 397: 1843 – 55;
4. Kuo CF, Grainge M, Zhang W, et al. Global epidemiology of gout: prevalence, incidence and risk factors. Nat Rev Rheumatol 2015; 11: 649 – 62;
5. Feig DI, Kang DH, Johnson RJ. Uric acid and cardiovascular risk. N Eng J Med 2008; 359: 1811 -21;
6. Bos MJ, Koudstaal PJ, Hofman A, et al. Uric acid is a risk factor for myocardial infarction and stroke: the Rotterdam study. Stroke 2006; 37: 1503 – 7;
7. Saito Y, Ktahara H, Nishi T, et al. Systemic endothelial dysfunction in patients with vasospastic and micorvascular angina: serum uric acid as a maker of reactive hyperemia index. Corn Artery Dis 2020; 31: 565-6;
8. Hamaguchi S, Furumoto T, Tsuchihashi-Makaya M, et al. Hyperuricemia predicts adverse outcomes i patients with heart failure. In J Cardiol 2011; 151: 143 – 7;
9. Virdis A, Masi S, Casiglia E, et al. Identification of the uric acid thresholds predicting an increased total and cardiovascular mortality over 20 years. Hypertension 2020; 75: 302-8;
10. Richette P, Doherty M, PAscual E, et al. 2016 Updated EULAR evidence-based recommendations for the management of gout. Ann Rheum Dis 2017; 76: 29-42.