Skip to main content

Come trattare l’angina? La risposta in un Position Paper ANMCO/ITACARE-P

Intervista a Pier Luigi Temporelli e Carmine Riccio By 6 Giugno 2023Giugno 12th, 2023No Comments
Dai congressiInterviste
angina

Il numero di luglio del Giornale Italiano di Cardiologia includerà un Position Paper dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), realizzato in collaborazione con l’Italian Alliance for Cardiovascular Rehabilitation and Prevention (ITACARE-P), sulla terapia anti-ischemica nei pazienti con sindrome coronarica cronica, con particolare riferimento alla gestione terapeutica dell’angina pectoris [qui il link open access all’anticipazione] (1).

Il primo problema che viene posto nel documento è quello della difficoltà a inquadrare il sintomo anginoso, a causa delle sue molteplici possibili presentazioni cliniche. Mentre sono ben note  le manifestazioni delle cosiddette angina tipica e atipica, infatti, altre presentazioni – come ad esempio la dispnea – possono essere male interpretate.

Il documento prodotto da ANMCO e ITACARE-P parte quindi dalla definizione di angina per tracciare, sulla base dei dati epidemiologici e delle evidenze real-world relative ai trattamenti oggi disponibili – un algoritmo di trattamento per la gestione della sintomatologia anginosa.

Il primo passo rimane però la corretta identificazione dell’angina. Come ci ha spiegato Pier Luigi Temporelli, cardiologo della Divisione di Cardiologia Riabilitativa della Fondazione Salvatore Maugeri IRCCS di Gattico-Veruno (NO), il riconoscimento di questa condizione è infatti un elemento centrale ai fini prognostici, in quanto cambiamenti del grado di stabilità e dello stato funzionale si associano a profili di rischio diversi.

Esistono poi posizioni contrastanti in merito alla migliore strategia per il trattamento della sintomatologia anginosa. Le linee guida del 2019 dell’European Society of Cardiology (ESC) (2) – così come quelle del 2013 (3) –  sono state ad esempio criticate per le loro raccomandazioni basate, si legge nel Position Paper pubblicato sul Giornale Italiano di Cardiologia, “sul parere di esperti più che sui risultati dei trial clinici randomizzati”.

In particolare – come ci ha spiegato Carmine Riccio, responsabile dell’UOSD Follow up del Paziente Post-Acuto dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta e primo autore del documento ANMCO/ITACARE-P – la critica principale mossa nei confronti delle raccomandazioni dell’ESC riguarda l’indicazione delle linee di trattamento.

Nelle linee guida europee betabloccanti e calcioantagonisti sono considerati farmaci di prima scelta con classe di raccomandazione 1a, mentre i nitrati a lunga durata d’azione, ranolazina, nicorandil, ivabradina e trimetazidina vengono posti in seconda linea di trattamento. Un approccio, questo, già criticato dall’ANMCO in un documento di consenso del 2016 (4).

Per questo motivo nel nuovo Position Paper prodotto da ANMCO e ITACARE-P viene anche proposto un algoritmo alternativo per la scelta del farmaco più appropriato, il quale concede maggiore spazio, in determinate classi di pazienti, a farmaci come la ranolazina, caratterizzati da maggiori evidenze di efficacia nel controllo dei sintomi e nel miglioramento della qualità di vita.

Bibliografia

1. Riccio C, Mureddu GF, Di Fusco SA, et al. Position Paper ANMCO in collaborazione con ITACARE-P: Terapia anti-ischemica nei pazienti con sindrome coronarica cronica. G Ita Cardiol 2023; 24: 1-10.
2. Knuuti J, Wijns W, Saraste A, et al. 2019 ESC Guidelines for the diagnosis and management of chronic coronary sindrome. Eur Heart J 2020; 41: 407-477.
3. Montalescot G, Sechtem U, Achenbach S, et al. 2013 ESC Guidelines on the management of stable coronary artey disease. The Task Force on the management of stable coronary artey disease of the European Society of Cardiology. Eur Heart J 2013; 34: 2949-3003.
4. Riccio C, Gulizia MM, Colivicchi F, et al. Documento di consenso ANMCO/GICR-IACPR/SICI-GISE: La gestione clinica del paziente con cardiopatia ischemica cronica. G Ital Cardiol 2016; 17: 529-569.