
I pazienti che assumono statine vanno spesso incontro a effetti collaterali quali disturbi gastrointestinali, atralgia, mialgia e disturbi del sonno. Questi, tuttavia, potrebbero non essere causati dalle caratteristiche molecolari del trattamento ma dal fatto stesso di assumerlo. Sono stati presentati nel corso delle Scientific Sessions 2020 dell’American Heart Association (AHA20) i risultati del trial SAMSON, che ha indagato l’effetto nocebo associato all’assunzione delle statine con un disegno N-of-1 (1).
I ricercatori hanno preso in considerazione 60 pazienti che avevano dovuto sospendere il trattamento con statine a causa di effetti collaterali non tollerabili. Questi sono stati convocati presso l’Hammersmith Hospital di Londra, dove sono state consegnate loro 12 confezioni di medicinale: 4 di queste contenevano atorvastatina 20 mg, 4 contenevano un placebo e 4 erano vuote. All’inizio di ogni mese i ricercatori comunicavano ai pazienti quale confezione aprire, secondo uno schema completamente casuale. I soggetti comunicavano quindi via smartphone ai ricercatori la gravità dei sintomi percepiti, utilizzando una scala da 0 a 100.
A un anno dal reclutamento i pazienti sono stati convocati ed è stata spiegata loro la relazione tra sintomatologia e tipologia di somministrazione (statina, placebo o nessuna). Sei mesi dopo, poi, nel corso di un ulteriore incontro è stato chiesto loro se in seguito alla discussione sugli effetti collaterali era stato per loro possibile riprendere il trattamento con statine.
Come prevedibile, gli effetti collaterali sono risultati quasi nulli quando i pazienti non erano sottoposti a trattamenti, mentre peggioravano quando assumevano la statina. Tuttavia, la gravità degli effetti collaterali esperiti durante la somministrazione del placebo era molto simile – pari a circa il 90% – a quella associata al trattamento con atorvastatina. Durante il trial 71 persone hanno dovuto interrompere la terapia a causa di effetti collaterali non tollerabili ma solo 40 di questi stavano assumendo statine: i restanti erano sottoposti al placebo. Inoltre, è emerso che in seguito alla discussione sugli effetti collaterali ben 30 pazienti su 60 erano riusciti a riprendere il trattamento con statine.
“Quello che emerge dal trial SAMSON – ha spiegato James P. Howard dell’Imperial College London, che ha presentato i risultati ad AHA20, a colloquio con John Mandrola su Medscape – è che mettersi a tavolino con i pazienti per discutere con loro i dati che li riguardano (cosa molto difficile da fare nella pratica clinica) fa la differenza. I sintomi migliorano e l’effetto nocebo si riduce”.
Fabio Ambrosino
Bibliografia
1. Wood Fa, Howard JP, Finegold JA, et al. N-of-1 Trial of a Statin, Placebo, or No Treatment to Assess Side Effects. N Eng J Med 2020; DOI: 10.1056/NEJMc2031173