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LCZ696 rallenta la progressione della malattia e migliora la qualità di vita nei pazienti con scompenso cardiaco

By 5 Dicembre 2014Settembre 14th, 2021No Comments
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A cura di Alberto Menozzi, U.O. Cardiologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma


LCZ696 è una nuova molecola che associa l’effetto bloccante i recettori dell’angiotensina con l’inibizione della neprilisina, molecola di degradazione di diversi peptidi del sistema neurormonale (tra cui ad esempio il peptide natriuretico) che, nel paziente con scompenso cardiaco, agiscono inibendo la vasocostrizione e la ritenzione del sodio. LCZ696

Lo studio PARADIGM-HF, recentemente presentato e pubblicato, randomizzato e in doppio cieco, ha documentato la maggiore efficacia di LCZ696 rispetto ad enalapril nei pazienti affetti da scompenso cardiaco (in classe NYHA II-IV) con frazione di eiezione ≤40%. In questo studio 8442 pazienti sono stati randomizzati a LCZ696, 200 mg per os ogni 12 ore, o ad enalapril 10 mg per os ogni 12 ore (in associazione alla terapia standard). Lo studio è stato interrotto precocemente, dopo una mediana di follow-up di 27 mesi, stante l’evidenza di maggiore efficacia di LCZ696. Nel gruppo LCZ696 vi è stata una riduzione significativa dell’endpoint primario, composito di morte cardiovascolare e ricovero per scompenso cardiaco, rispetto al gruppo enalapril (21.8% vs 26.8%; P<0.001) con una riduzione del rischio relativo del 20%. Considerando singolarmente i due endpoint vi è stata una riduzione significativa per entrambi nei pazienti trattati con LCZ696, con una riduzione del rischio del 20% per la morte cardiovascolare e del 21% per l’ospedalizzazione per scompenso cardiaco. Anche i sintomi e la loro conseguente limitazione fisica sono risultati significativamente ridotti nel gruppo LCZ696 (P=0.001).

I risultati della sottoanalisi dello studio PARADIGM-HF, focalizzata su valutazioni prespecificate e presentata a Chicago da John McMurray, hanno confermato l’efficacia di questa molecola evidenziandone la capacità di ridurre la progressione della malattia e di impattare sulla qualità di vita dei pazienti. Nel gruppo trattato con LCZ696 è stata rilevata una significativa riduzione della necessità di ricorrere al potenziamento della terapia farmacologica (HR 0.84, IC 95% 0.74‒0.94; P=0.003) oltre che una riduzione del 34% degli accessi in pronto soccorso (P=0.001) e del 23% dei ricoveri ospedalieri per peggioramento dell’insufficienza cardiaca (P<0.001). L’effetto sulla riduzione del ricovero ospedaliero era evidente già dopo 30 giorni dalla randomizzazione. Nel gruppo LCZ696 rispetto al gruppo enalapril, nel caso di ricovero ospedaliero vi è stata una minore necessità di ricovero in terapia intensiva (riduzione del rischio del 18%; P=0.005) e di somministrare inotropi per via endovenosa (riduzione del rischio del 31%; P<0.001). La riduzione dei ricoveri ospedalieri e degli accessi in pronto soccorso è stata evidente sia sul primo evento che sulla recidiva degli stessi. Vi è stata una differenza significativa nel giudizio della condizione clinica dei pazienti da parte del medico curante tra i due gruppi, con i pazienti del gruppo enalapril giudicati in una condizione clinica peggiore (di almeno una classe NYHA) rispetto ai pazienti nel gruppo LCZ696 sia a 8 che a 12 mesi di follow-up (P=0.004 e P=0.023). Gli stessi pazienti del gruppo enalapril hanno descritto la percezione soggettiva della loro condizione clinica come peggiore rispetto ai pazienti del gruppo LCZ696, a 4, 8 e 12 mesi dalla randomizzazione (P=0.002, P=0.001 e P=0.03). Infine, i pazienti del gruppo LCZ696 hanno avuto una minore incidenza di mortalità e di ospedalizzazioni per tutte le cause (P<0.0001) (differenza significativa anche per la sola mortalità con P=0.0009). A supporto dell’effetto clinico documentato, nei pazienti trattati con LCZ696 sono stati rilevati livelli plasmatici maggiori di peptide natriuretico e livelli inferiori di NT-proBNP e troponina.

I risultati dello studio PARADIGM-HF sono certamente entusiasmanti in quanto la nuova molecola LCZ696 rappresenta un’arma di enorme valore nella pratica clinica sia perché in grado di migliorare l’outcome dei pazienti in termini di riduzione di mortalità e morbilità ma anche perché in grado di migliorare la qualità di vita di questa classe di pazienti che è affetta da una patologia cronica. L’avvento di LCZ696 avviene peraltro dopo molti anni dalle ultime innovazioni farmacologiche per lo scompenso cardiaco e la via di somministrazione orale ne garantisce la potenziale enorme applicazione nella pratica clinica quotidiana.