
Oltre agli effetti che può avere sulla salute mentale, sulle relazioni e sulla gioia di vivere, la depressione potrebbe avere un effetto negativo anche sul recupero da un infarto miocardico. Da quanto emerge da un recente studio che sarà presentato al congresso ACC.22 dell’American College of Cardiology, infatti, le persone che soffrono di depressione dopo un infarto avrebbero una maggiore probabilità di andare incontro a un ictus rispetto a quelle che non ne soffrono.
Lo studio si è focalizzato sulle cartelle cliniche di 495.386 pazienti vittime di un infarto miocardico tra il 2015 e il 2021, ottenute dal database Trinetx. Trinetx raggruppa in un unico servizio cloud i dati delle cartelle cliniche elettroniche di 58 sistemi sanitari statunitensi, fornendo dati che possono essere utilizzati dai ricercatori garantendo sempre la privacy e la sicurezza per i pazienti. Da questo database è emerso che circa 51.000 pazienti (10,5%) avevano ricevuto, nel periodo di tempo considerato, una diagnosi di depressione a seguito dell’evento cardiovascolare. Tra questi pazienti, a 1 su 6 era già stato diagnosticato un disturbo di salute mentale prima dell’infarto miocardico mentre agli altri la depressione era stata diagnosticata per la prima volta dopo l’infarto.
“La depressione è l’unico elemento che distingue queste due coorti di pazienti – ha affermato Frank H. Annie, PhD, ricercatore presso il Charleston Area Medical Center nel West Virginia, e primo autore dello studio – ma potrebbero esserci una moltitudine di fattori legati alla depressione che portano a questi risultati. Ciò che stiamo rilevando dall’analisi di questi dati è davvero preoccupante e abbiamo bisogno di ulteriori approfondimenti per cercare di comprenderne le cause e gli effetti”.
Per lo studio, Annie e colleghi hanno messo a confronto i 51.000 pazienti con depressione con un altro gruppo di pazienti sopravvissuti all’infarto miocardico con le stesse caratteristiche, ma che non avevano la depressione. Dai dati è emerso che il 12% dei pazienti con depressione e l’8,3% di quelli senza depressione hanno successivamente avuto un ictus, mettendo in evidenza un aumento del rischio relativo del 50% circa.
I fattori potrebbero spiegare questa differenza sono diversi. Ad esempio, la depressione può interferire con la capacità di una persona di recarsi ai controlli medici e di prendere i farmaci con regolarità e può avere un effetto negativo sul sonno e la concentrazione, rendendo difficile seguire una dieta sana per il cuore. Quelli con depressione tendevano anche ad avere tassi più elevati di ipertensione, coronaropatia, diabete, scompenso cardiaco e broncopneumopatia cronica ostruttiva, nonché un indice di massa corporea più elevato e una storia di fumo più frequente. Tuttavia, il legame tra depressione e successivo ictus è rimasto significativo anche dopo aver tenuto conto di queste variabili.
“È necessario un approccio multidisciplinare – ha affermato Annie -, sulla base di questi dati raccomanderei di prestare ai pazienti con una storia di malattie cardiache e depressione un’attenzione particolare all’interno del percorso di cura, per assicurarsi che stiano seguendo gli accertamenti e vedendo gli specialisti giusti all’interno del sistema sanitario”. I ricercatori hanno poi aggiunto che saranno necessari ulteriori studi per capire come la depressione e altri fattori possano effettivamente influenzare la salute del cuore e il rischio di ictus o di altre forme di malattie cardiache.