
L’esposizione al fumo passivo potrebbe aumentare il rischio di sviluppare uno scompenso cardiaco. È quanto emerge dalle prime anticipazioni relative a uno studio di coorte statunitense che sarà presentato domenica nel corso dell’edizione 2021 del Congresso annuale dell’American College of Cardiology (ACC.21), in programma dal 15 al 17 maggio in formato virtuale.
L’analisi ha preso in considerazione 11.219 partecipanti della U.S. Third National Health and Nutrition Examination (NHANES) – un’indagine condotta dai Center for Disease Control and Prevention (CDC) tra il 1988 e il 1994 – che avevano dichiarato di non essere fumatori.
Questi avevano in media 48 anni ed erano in maggioranza donne (55,9%) e bianchi (70,5%). Circa 1 su 5 risultava esposto a dosi elevate di fumo passivo secondo la definizione dei CDC statunitensi: livelli di cotinina sierica – un metabolite della nicotina – superiori o uguali a 1 ng/mL. Un’evidenza che si riscontra genericamente nelle persone che hanno condiviso un ambiente con un fumatore da uno a due giorni prima del rilevamento. L’eventuale presenza di uno scompenso cardiaco era invece definita da una risposta positiva alla domanda “Un medico ti ha mai detto di soffrire di scompenso cardiaco congestizio?”.
Secondo quanto anticipato dal responsabile dello studio Travis Skipina (Wake Forest School of Medicine, North Carolina) i dati metterebbero in evidenza un aumento del 35% della probabilità di sviluppare uno scompenso cardiaco nei soggetti non fumatori esposti a fumo passivo rispetto a quelli non esposti. Un’associazione questa che rimarrebbe significativa anche tenendo conto di fattori di rischio quali livelli elevati di colesterolo, diabete o una storia clinica di altre patologie cardiovascolari.
“Il fumo passivo è stato associato a un maggiore rischio di ictus e attacchi cardiaci – ha spiegato Skipina – mentre non era mai stata riportata un’associazione con lo scompenso cardiaco, una patologia estremamente disabilitante e costosa”.
Ulteriori ricerche saranno necessarie per comprendere al meglio questa relazione, anche alla luce della diffusione delle sigarette elettroniche. Infatti, trattandosi di uno studio cross-sectional i risultati non permettono di stabilire una relazione di causa-effetto tra l’esposizione al fumo passivo e il rischio di sviluppare uno scompenso cardiaco. Inoltre il database preso in considerazione dall’analisi fa riferimento a un periodo in cui l’esposizione al fumo passivo era sicuramente più frequente. Tuttavia, come ha sottolineato Skipina, la relazione tra fumo passimo e scompenso cardiaco è risultata significativa anche in un confronto realizzato su 3.796 partecipanti seguiti tra il 2003 e il 2006, quando erano già in vigore diverse norme anti-fumo.
“Anche con la riduzione dell’esposizione al fumo passivo è emersa un’associazione positiva con lo scompenso cardiaco”, ha concluso il ricercatore della Wake Forest School of Medicine. “Il fumo, sia attivo che passivo, induce uno stato proinfiammatorio e può portare a cambiamenti negativi nella struttura cardiaca e danni a livello dei vasi sanguigni”.
Fabio Ambrosino