
Nei pazienti sottoposti a un angioplastica per un infarto miocardico acuto una doppia terapia antiaggregante (DAPT) con una strategia di de-escalation si associa a un profilo di sicurezza ed efficacia migliore rispetto a una DAPT più potente. È quanto emerge dai risultati del trial TALOS-AMI, presentati oggi nel corso dell’edizione 2021 del Congresso dell’American College of Cardiology.
Sono stati reclutati 2.697 pazienti provenienti dall’Asia orientale (80% maschi, età media: 60 anni) sottoposti impianto di stent dopo un infarto miocardico acuto. Durante il mese successivo alla procedura tutti i pazienti hanno ricevuto una DAPT con ticagrelor più aspirina senza andare incontro a eventi avversi gravi come un altro infarto, un ictus o un sanguinamento maggiore. I pazienti sono stati quindi divisi in due gruppi: nel primo i soggetti hanno continuato ad assumere ticagrelor più aspirina ogni giorno per un anno mentre nel secondo sono passati a clopidogrel più aspirina dopo 30 giorni.
A un anno gli eventi avversi definiti nell’endpoint primario (morte dovuta a infarto o ictus, infarto o ictus non fatale o sanguinamento con necessità di intervento medico) si sono verificati in 59 pazienti nel gruppo clopidogrel (4,6%) e 104 pazienti nel gruppo ticagrelor (8,2%), una differenza statisticamente significativa (p non inferiorità < 0,001; p superiorità < 0,001). Inoltre è emersa una differenza anche in termini di sanguinamenti con necessità di intervento medico, verificatisi nel 3% dei pazienti nel gruppo clopidogrel e nel 5,6% nel gruppo ticagrelor (p=0,001).
“Abbiamo dimostrato che il regime di DAPT ad alta potenza con ticagrelor è necessario solo nei primi 30 giorni dopo un infarto miocardico, quando i rischi di un altro evento o di un blocco arterioso sono più alti, mentre può essere dannoso una volta superata questa fase iniziale”, ha spiegato Kiyuk Chang della Catholic University of Korea di Seoul, responsabile della ricerca. “Molti cardiologi utilizzano già la strategia di de-escalation della DAPT e questi risultati forniscono prove scientifiche a supporto di questa pratica”.
Fabio Ambrosino